
Quando ho iniziato eravamo tutti molto giovani. Io venivo dal gruppo scout, perciò ho sempre avuto un certo spirito di servizio; in più allora la propensione verso il sociale era quasi un dovere, era qualcosa che avvertivamo tutti, soprattutto a Magenta. Sono convinto che per le donazioni di sangue valga la pena spendersi, mettersi a disposizione il più possibile; per me, salvo emergenze assolute, l’associazione chiama il donatore e questi – pronti, via! – va a donare! Comunque un appunto da fare ci sarebbe: quando uno si avvicina al limite di età, sarebbe il caso di avvisarlo che le prossime saranno le ultime donazioni! A me un giorno hanno detto “guardi che questa è l’ultima”… Oh perbacco! Sono rimasto un po’ spiazzato, ecco. Dopo tanti anni la mia donazione trimestrale era diventata una buona abitudine, in cui ho anche coinvolto i miei figli, tra l’altro!

Donare sangue è un gesto di solidarietà, che viene spontaneo e naturale se pensiamo al fatto che per malattie o incidenti molte persone morirebbero se non ci fossero i donatori, e che noi stessi potremmo averne bisogno un giorno! Io ho iniziato a donare appena compiuti i 18 anni, anche perché mio papà è donatore avis, ha donato midollo osseo e è iscritto ad aido, perciò è un po’ una cosa di famiglia. Anche se dono da tanto tempo, sono sempre un po’ agitata prima di una donazione, credo sia naturale, però alla fine sono sempre andate tutte bene, quindi..

Ho fatto una donazione sola, appena compiuti i 18 anni, perché alle altre mi sono presentata ma avevo i valori che erano sballati e sono stata rimandata a casa. Appena arrivi in ospedale ti fanno subito il controllo dell’emoglobina e del ferro, così non c’è il rischio di fare una donazione se ti può fare male. Se tutti i valori sono a posto ti fanno sdraiare su questo lettino e inizia il prelievo. I medici sono super disponibili, hanno risposto a qualsiasi domanda, e anche le infermiere sono state gentilissime, si sono preoccupate che io fossi tranquilla, mi hanno dato un succo, e ho aspettato sdraiata finché ho voluto; poi mi sono alzata e sono andata nella mensa dell’ospedale a mangiare il pasto che viene offerto ai donatori. Consiglio di mangiare tanto, anche se sono le dieci del mattino e magari non si ha tanta fame! Comunque io entro la mattinata mi sono ripresa del tutto. A livello di ago: sì, è leggermente più grosso di quello di un prelievo normale, ma niente di terribile, e soprattutto non fa male più dell’ago normale, fa addirittura meno male di un pizzicotto!

Sono un operatore teatrale e ho conosciuto l’Avis Magenta con il laboratorio Teatro come ponte per la comunità. Con questo gruppo abbiamo realizzato per Avis il laboratorio teatrale Emoazioni, che è sfociato in uno show per promuovere la donazione. Nello spettacolo emergono un po’ di paure che un po’ tutti abbiamo verso la donazione, chi più e chi meno, e naturalmente c’è chi le affronta in un modo e chi le affronta in un altro. Per quanto mi riguarda, dato che credo molto nella realtà di Avis, ho deciso di sostenere l’associazione come meglio mi sentivo di fare, donando magari non il mio sangue ma sicuramente il mio tempo e qualche emozione a chi ci guarda. Il laboratorio è aperto a tutti, perciò se qualcuno volesse scegliere questo modo di donare – e divertirsi – è più che benvenuto, basta chiedere informazioni a Avis o a Teatro come ponte per la comunità!
Lo spettacolo è itinerante per le scuole, dura circa una mezzora e si fa sia informazione sia interazione col pubblico in modo molto interessante. Ad esempio io faccio questa parte di questo politico che dice che il sangue non bisogna darlo agli altri, che ce lo dobbiamo tenere per noi…